Domenica lontana dalla mia libreria, mi sono regalata un pomeriggio a teatro e ho assistito all’ultima replica di:  “Per una stella” andato in scena all’Elfo.
Ho deciso di scriverne perché questo spettacolo mi ha davvero emozionato e ho trovato i due attori Marta Comerio e Tommaso Banfi semplicemente fantastici!

Premessa: non ho le competenze per parlare di teatro, ma da spettatrice e da assetata di storie penso di poter scrivere cosa ho provato e cosa mi ha lasciato una volta terminato. Proprio ieri appena uscita dalla sala ho scritto quanto mi fosse piaciuto  e che una volta fatte sedimentare le emozioni per una notte, ne avrei parlato sul blog.

Marta e Tommaso sono clienti e amici della scatolalilla e quando mi hanno portato il materiale promozionale dello spettacolo ho subito sperato di riuscire a ritagliarmi un giorno per andare a vederli. Tutte le volte che ho assistito ai loro lavori mi è piaciuto e non volevo mancare!

Credo di aver perso il conto di tutte le volte in cui abbia scritto quanto sia importante fare rete e anche in questa occasione ci abbiamo provato.
Frequentare le librerie di quartiere ha molti vantaggi, tra i tanti, anche quello di poter assistere ad un prezzo convenzionato a molti spettacoli teatrali.
Con Marta e Tommaso abbiamo pensato di far usare una parola d’ordine al momento della prenotazione, indovinate cosa abbiamo scelto al posto della famosissima : apriti sesamo?
Ovviamente: scatolalilla.
Tra i lettori che sono andati a vedere Per una stella prima di me c’è lei, Sarah, la mia amica spacciatrice di fiori che mi ha mandato un messaggio dopo lo spettacolo.

“Regia da urlo, attori bravissimi… L’Elfo è sempre una certezza.
Comunque dì a Marta che avremmo assistito allo spettacolo anche a prezzo pieno perché è stata meravigliosa!”

Ma veniamo a noi. Prendo posto, il numero 13 nella fila E.
Lo spettacolo è tratto da una storia vera. Dobbiamo tornare indietro di 100 anni, durante la prima Guerra Mondiale, nello specifico siamo a maggio del 1915 lungo il confine, un confine che non esiste, un confine – citando lo spettacolo – che non è stato creato da Dio, come il sole e gli alberi, ma è il confine creato dall’uomo.

La chiave di tutte le guerre credo stia proprio qui: Confine creato dall’uomo.

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La scenografia è composta da assi e cubi di legno. Due bandiere che stanno a simboleggiare da un lato l’impero austroungarico e dall’altro il Regno d’Italia.
Due sono le storie che ci vengono raccontate sui due lati del confine.

Abbiamo Rosa Anna che aspetta il suo papà partito al fronte, che si sbraccia ogni volta vede l’uomo che porta le lettere. Nessuna notizia del mio papà? Nichts für heute? Wir müssen warten! Vielleicht Morgen…
Una bambina che chiede alla sua mamma una data, vuole sapere l’esatto giorno in cui suo padre tornerà, perché se non conosci la data precisa, come fai ad aspettare l’arrivo di quel giorno? Tornerà domani? Ci sarà per il mio compleanno?

Dall’altra parte del confine abbiamo Pietro, un musicista, che si arruola come ha fatto suo fratello caduto in Val di Ledro. Passa il tempo, gli occhi di Pietro vedono da vicino lo strazio del fronte, il corpo di Pietro sente il fango, diventa egli stesso fango e si domanda per cosa e per chi stia combattendo. Quale guerra possiamo definire nostra? Un commilitone è diventato padre e non aspetta altro di poter dare un bacio a suo figlio, un bacio che gli costerà carissimo. Pietro che si sente fuori posto, che non vuole fare esplodere alcun colpo dal suo fucile, Pietro che deve piegarsi al sistema, Pietro che dovrà premere il grilletto.

© foto di Roberto Finizio

© foto di Roberto Finizio

Le due voci si alternano, si rincorrono, si fondono in quella che mi è parsa una vera e propria danza, forse anche per il modo in cui i due attori hanno utilizzato le assi e i cubi presenti in scena. Assi e cubi che sono diventati, tra le tante trasformazioni, la trincea dell’uno e la casa dell’altra.

Cosa ho pensato una volta finito lo spettacolo?
Fintanto vorremo delimitare e impossessarci dei confini che in realtà non esistono, non potranno esservi vincitori, ma soltanto sconfitti. 

Se ve li siete persi a Milano, mi fanno sapere che saranno in scena a Roma al teatro India dall’1 al 3 marzo 2016.

Per una stella:

testo Anna Maini
progetto di Marta Galli, Anna Maini e Roberto Rampi
regia Stefano De Luca
scene e costumi Linda Riccardi
disegno luci Claudio De Pace
luci e fonica Marco Grisa
consulenza musicale Marco Mojana
consulenza storica Marco Cimmino
con Tommaso Banfi e Marta Comerio
produzione ArteVOX Teatro in collaborazione con LupusAgnus
con il patrocinio di Museo Storico del Trentino e Museo Centrale del Risorgimento di Roma