Nikolaj Hel.
Aggiungete una elle al cognome del protagonista e vi farete un’idea del posto da cui proviene.

Ma facciamo un passo indietro, anzi più di uno, perché gli anni sono quelli di Stalin e Mao; insomma, quelli in cui l’Oriente è un grosso tabellone del Risiko e i giocatori coinvolti sono gli Stati Uniti, la Cina, l’Unione Sovietica e la Francia.

Torniamo a Nikolaj.
Il nostro protagonista è figlio di una nobile russa decaduta dopo la salita al potere di Stalin, cresciuto a Shangai, e affidato alle cure del politico giapponese di stanza in Cina, Kishikawa, il quale dopo la morte della madre lo spedisce in Giappone. In questi anni, il giovane Nikolaj coltiva il suo interesse per il gioco del Go, filo conduttore dell’intero romanzo, oltre ad apprendere le tradizioni nipponiche e, ovviamente, tecniche di combattimento che gli consentono di uccidere a mani nude o utilizzando i primi oggetti a tiro come armi improprie.
La vicenda si apre con l’Intelligence americana che ripesca Nikolaj dalle galere dove è rimasto chiuso negli ultimi tre anni con l’accusa di aver assassinato il suo mentore Kishikawa, con lo scopo di affidargli una missione. Poche chiare istruzioni:

  •  Recarsi a Pechino sotto falsa identità;
  •  Prendere contatto con il governo per poter avvicinare e assassinare l’Alto Commissario sovietico di stanza in Cina;
  •  Lasciare il paese.

Traduzione: un suicidio. Ma Nikolaj non ha molte alternative. Prima di partire, però, deve sottoporsi a un intervento chirurgico di ricostruzione del viso, deturpato dalle gentili attenzioni del Maggiore americano Diamond al momento dell’arresto. Durante la convalescenza viene affidato alle cure di Solange, una femme fatale che combina le tecniche amatorie più spinte alla raffinata cucina francese. Inutile dire che il nostro protagonista perderà la testa e il cuore per lei.

Questa è, a grandi linee, l’inizio di una storia in cui si alternano le torture più sadiche e atti eroici; tè tradizionali e fiumi di vino francese; individui la cui parola è un’assicurazione sulla vita e serpi spregevoli. Sì, perché quelli che erano amici fino a un secondo prima, potrebbero essere dall’altra parte della barricata alla fine della pagina: il doppio, triplo gioco è roba da dilettanti, dovrete farvi prestare delle dita per tenere il conto dei cambi di schieramento.
La penna che narra le peripezie di Nikolaj è quella del Don. Winslow per i profani. Questa volta, però, non è tutta farina del suo sacco: come svela la prefazione, Satori è una sorta di prequel di Shibumi, romanzo del 1979 di Trevanian (pseudonimo dell’autore Rodney William Whitaker, 1931-2005).
Quindi non resta che procurarsi entrambi i libri e leggerli nell’ordine che la coscienza vi suggerisce.

Titolo: Satori
Autore: Don Winslow
Editore: Bompiani
Anno: 2011

Satori di Don Winslow