Non era un mostro strano

Descrizione

«Donne e uomini, disposti lungo il binario, da soli o in coppia o in piccoli gruppi. Alcuni vestiti come fanno i turisti d’estate, pantaloni comodi, magliette sgualcite, zainetti. Una ragazza, forse una studentessa universitaria, si sistema l’orlo dei pantaloni azzurri». Un dettaglio, prosegue l’autore, «che qui è meno irrilevante che in altri posti», perché siamo alla stazione di Portici, nella città di Napoli, una delle tante tappe per cui si snoda il libro di Gianni Montieri. Un libro che ha come protagonista il treno, raccontato per mezzo di scorci fulminanti, riflessioni, frammenti di vita, e da punti di vista diversi: esplorando i vagoni, le tratte, i passeggeri, i bigliettai. E i paesaggi sempre diversi che scorrono di fianco a noi mentre viaggiamo. Qui ci sono tutti gli sguardi buttati fuori dal finestrino, ci sono pianure e distese di mare. Ci sono albe e nottate buie, stazioni abbandonate e poesie, abbracci sciolti lungo le banchine, sedili e poltrone. Ci sono vicende storiche – come l’inaugurazione della prima strada ferrata italiana, la Napoli-Portici, o la tragedia del tunnel di Baivano durante la guerra – alternate a fatti personali, incontri, binari, ritrovamenti e perdite. C’è la storia dell’autore col treno, e c’è la sua leggenda che in alcune pagine sfuma come in un sogno.