Descrizione

Alejandro Zambra ripercorre la storia recente del Cile con la leggerezza di chi non si accontenta di sopravvivere. Per accettare il passato come elemento fondante del futuro.

Il 3 marzo 1985 un violento terremoto colpisce il Cile. In quella notte eccezionale un ragazzino di nove anni incontra Claudia, la nipote dodicenne di Raul, un vicino di casa. I due diventano amici e quando Claudia, che vive in un’altra parte della città, gli chiede di spiare lo zio e annotare i suoi movimenti, lui accetta, perché questo significa rivederla. Ma tutto finisce all’improvviso, una mattina, quando Raul trasloca in un’altra casa. Vent’anni dopo, il protagonista è diventato uno scrittore. Mentre sta lavorando a un libro autobiografico ritrova Claudia, che nel frattempo è tornata dagli Stati Uniti per assistere al funerale del padre. Claudia gli spiega che Raul, che era comunista e si nascondeva dalla polizia di Pinochet, era suo padre, costretto a cambiare identità per poi recuperarla solo nel 1988. Lei lo faceva spiare per gelosia nei confronti della sorella che aveva la possibilità di vedere il padre. Quando nel 2010 in Cile si scatena un altro violento terremoto, il protagonista-narratore trova lo slancio per fare ordine nella sua vita e riallacciare quei legami che sembravano essere ormai compromessi. La volontà di impadronirsi della memoria, che ai figli di quella generazione è stata vietata, si unisce alla necessità di raccontarla e, più in generale, alla necessità di ricorrere alla scrittura come unica forma per la ricostruzione dell’identità.

FUORI CATALOGO.