Caricamento Eventi
Alessandro Barbaglia ci racconta le sue storie vere al 97%

Che cos’è l’infinito e come lo si può dire – dall’inizio alla fine – in un solo racconto? A Wimbledon, nel giugno del 2010, Isner e Mahut giocarono la partita di tennis più lunga della storia, un match iniziato alle 18e18 sul campo 18 e terminato tre giorni più tardi. C’è un altro ragazzo – quasi coetaneo di quei due tennisti – a scendere sul terreno dell’infinito, non lo fa stando al di qua o al di là di una rete da tennis ma inciampando con lo sguardo in una siepe: Giacomo Leopardi. Lui non è a Londra quando vive la propria tentazione dell’infinito ma a Recanati, e non sta con i piedi nell’erba del campo 18 alle 18 e 18 ma nel 1818, tra i prati del monte Tabor. Queste due storie sono rette parallele, molto distanti, imparagonabili e destinate a non incontrarsi mai se non in un punto: all’infinito. Questa è la storia di quell’incontro.

In una narrazione spettacolo fatta di coincidenze, rimandi, letteratura altissima -ma anche di dritti, rovesci ed ace a 230 chilometri orari – Alessandro Barbaglia spiega l’Infinito di Leopardi facendo rivivere la partita di tennis che non avrebbe dovuto mai finire, la partita infinita. Un’ode umana e poetica alla tentazione dell’infinito.

Scrivi un commento

Torna in cima