Negli ultimi mesi ho scritto e cancellato questo post qualcosa come dieci volte.
Cercavo le parole giuste, il modo giusto, il messaggio giusto, ma poi ho pensato che la chiarezza e la trasparenza fossero l’unica strada.

Quindi cari amici della scatola lilla eccomi qui, altissima (mica tanto), purissima e levissima a spiegarvi che cosa bolle in scatola.

Quando ho aperto la libreria ho cercato di coinvolgere le attività del quartiere istituendo una tesserina che consentisse di avere convenzioni reciproche. (10% di sconto)
Gli anni passano – siamo quasi a 6 – i conti non sempre tornano e siccome vi ho scritto di voler essere chiara, ora vi spiego perché  a partire da oggi le suddette convenzioni non saranno più valide.

Facciamo quindi due conti:
Su un libro, il margine di guadagno del libraio è circa il 30% del prezzo di copertina.
Un libro costa 10 euro, il libraio ne incassa 3.

Se vendo pertanto un libro applicando la convenzione di cui sopra, di euro ne restano 2 e per coprire i costi fissi di gestione della scatola (affitto, inps della libraia, sacchetti, gestionale, telefono e chi più ne ha più ne metta), di libri ne devo vendere in quantità industriali.

Sono certa che il problema me lo stia creando io e che chi ha scelto di entrare nella scatolalilla non lo faccia certo per la convenzione e per quell’euro di risparmio, ma ci tenevo ad essere chiara e onesta.
Ho sempre detto di volermi occupare di parole, perché con i numeri sono una frana, ma ogni tanto anche loro reclamano la mia attenzione.

Un euro oggi, un euro domani e come per magia la rata del mutuo salta fuori (maledetti matematici!)

Come sapete da quasi un mesetto non sono più da sola e ho chiesto consiglio anche a Silvia, la mia collega libraia che mi ha aperto gli occhi e che vorrebbe aggiungere a questo post il suo punto di vista che vi riporto qui sotto:

Nel momento in cui un lettore – anzi chiamiamolo col suo vero nome, questo lettore, chiamiamolo cliente – ecco nel momento in cui un cliente decide di acquistare un libro nella scatola non lo fa per il 10% di sconto, perché online lo troverebbe con uno sconto maggiore, del 15%, e in tempi ben inferiori alle 48 ore standard che può garantire una libreria. Se il cliente decide di entrare in scatola lo fa anche per la scatola stessa perché, in scatola, lui:
– trova una libraia, ora due, a cui poter chiedere consigli, con le quali congratularsi se il libro ha fatto centro o con le quali bisticciare se il libro non ha raggiunto le aspettative;
– trova una poltrona su cui riposarsi dopo aver corso per tutta Milano;
– trova qualcuno con cui chiacchierare (questa cosa la sappiamo fare bene), una parola di conforto, una battuta.
– trova l’autore che ha apprezzato sin dagli esordi, seduto sulla poltroncina, al quale potrà stringere la mano, fare due domande, lo sentirà anche scherzare e di colpo scoprirà che gli scrittori sono umani, insomma parlano anche di altro oltre ai libri, a volte guardano pure la tv;
– trova un bicchiere di vino il venerdì sera;
– trova la schiscetta di Rosa quasi ogni giorno, dalle 13.00 alle 15.00 (alle 16.00 si riparte con la merenda);
– trova del tempo, trova un pezzettino di casa.

Se tu, cliente, decidi di comprare un libro qui lo fai perché vuoi comprare un pezzettino di questa scatola che noi libraie ti vendiamo ogni giorno insieme ai libri proposti e scelti per la vetrina della settimana.

E come dice il buon Vincenzo Costantino “non diamo niente per scontato”