Manco dal blog da diverse settimane ormai, potrei dire mesi e sono rimasta indietro con tutti i racconti delle tappe per la promozione del mio romanzo La libreria delle storie sospese, quindi eccomi qui a cercare di recuperare.
Dalla presentazione bolognese è passato un sacco di tempo, vediamo da dove cominciare!
Consulto l’agendina con gli appunti per leggere le parole chiave che ho segnato, così cerco di ricostruire tutto!
E voi? Come vi segnate le cose da non perdere se poi dovete scriverne?
Registratore vocale? Note sul cellulare? L’intramontabile carta e penna?

Ma non divaghiamo troppo… Ho scritto : Blablacar, Nico fantastica, amici che passano in libreria, cucina vegana senza insulti, incendio, raggiungere B1 in bolognese con aiuto del pubblico, hotel schifoso, giro per la città e mostra Banksy.
Cavoli se ne sono successe di cose!

Come vi ho raccontato nella tappa precedente di Ravenna, hanno indetto uno sciopero dei treni e mi sono ritrovata a usare per la prima volta l’applicazione di BlaBlaCar per raggiungere Bologna. Ero già pronta ai titoli di giornale: Libraia lasciata in autostrada perché non la smetteva di parlare disturbando gli altri passeggeri nell’auto e invece, non ci crederete mai: sono stata praticamente zitta per tutto il viaggio! Non perché fossi timida, tutt’altro, ma perché ho trovato persone molto più chiacchierone di me. Ho avuto solo modo di spiegare il mio viaggio a Bologna e poi due ragazzi hanno continuato a parlare di esami universitari e professori in comune. Non mi dilungo troppo altrimenti diventa un racconto di 20 pagine …

Arrivo finalmente alle Trame della mitica Nico e la prima cosa che mi colpisce, dopo ovviamente la calorosissima accoglienza e l’abbraccio di una libraia amica che ti sembra di conoscere da una vita, è la sedia con la frase di Pennac.

Ci raggiunge Isa Grassano, giornalista e autrice che ha adottato ormai da anni la scatolalilla e quando ha saputo della mia presentazione a Bologna mi ha chiesto di poter essere al mio fianco e di moderarmi. Insomma accoglienza fantastica!

Sono arrivati altri colleghi librai, lettori, Franco Arba, autore sardo che ho ospitato in libreria con il suo romanzo Dicono che domani ci sarà la guerra edito da LiberAria.

Serata ricca di spunti, riflessioni, racconti e aneddoti.
Terminata la presentazione siamo andati tutti insieme a cena e tra una lezione di bolognese, con amici via facebook che mi suggerivano frasi imperdibili per farmi sentire meno straniera – ho imparato il significato di Polleggiare, che mi fa passare di diritto alla fase avanzata del corso in lingua bolognese –  una domanda impertinente fatta a due libraie che hanno aperto insieme la libreria: “E voi due come vi siete conosciute?”, “La mia ex socia è andata con il suo ex marito” (Ho smesso di chiederlo, sappiatelo!), abbiamo iniziato a sentire un odore di bruciato, sempre più forte, più intenso… stava andando a fuoco il rusco (termine bolognese per indicare la spazzatura, ndr.) poco distante dal nostro tavolo. Attimi concitati, risate e siamo tornati alle nostre chiacchiere.

E domani? Dove presenti?
A BaZZano
Dove?
A BaZZano.

Quando mi hanno ripetuto la domanda pensavo di ricordarmi male il nome del paese, mentre l’errore era nella mia pronuncia. La mia Zeta milanese nella patria del tortellino, non si poteva sentire.

Così dopo un centinaio di “please, repeat after me Baszano, Baszano Baszano” ho imparato a pronunciare nel modo corretto anche io il nome del paese.

Devo ammetterlo, ho un debole per la loro SZeta.

Saluti di rito e torno in hotel dove alla reception mi accoglie un omino più basso di me, con una faccia tutta rughe per via delle mille lampade, catena d’oro al collo e capelli super ingellati all’indietro.
Mi consegna la chiave, apro la stanza e quello che vedo mi fa venir voglia di prendere la valigia e scappare.
Mannaggia a me e a quando prenoto di fretta  senza informarmi sui posti come si deve.
Arriva il momento del sollevamento lenzuola del letto e tadadada! Sono tutte completamente macchiate.
Rischio un attacco di pianto isterico, chiamo il portiere di notte e spiego il mio piccolo problemino.

“Sì, arrivo subito a portarle un paio di lenzuola pulite, sa può succedere. La persona che ha rifatto la stanza forse non se ne è accorta”.

Bocca mia taci, bocca mia taci, ho pensato.
E sono stata anche zitta quando mi ha consegnato le lenzuola pulite e se ne è andato.

No scusate, devo rifare io il letto? Devo guardare cosa c’è sotto il materasso? Ma siamo impazziti? Ho aperto le lenzuola, le ho disposte una sopra l’altra sul letto e mi sono sdraiata immobile, pancia in su, mani intrecciate sul petto – mancava solo un rosario e qualcuno accanto a me che piangendo dicesse : era così una brava ragazza.
La notte più lunga della mia vita!

Il giorno successivo, doccia al volo, volevo tenermi anche le scarpe, ma mi sono limitata ad entrare sotto la doccia con le ciabatte e poi via a visitare la città. Ammetto di non essere mai stata prima  a Bologna.

Ho approfittato per andare anche a vedere la mostra di Street Art.

Finita la passeggiata da turista, sono tornata in libreria per vedermi con Nico e prendere insieme il treno direzione : Bazzano (questa volta con la Zeta corretta), per la presentazione del romanzo, ma questa è un’altra tappa che prometto di non raccontarvi tra due mesi!