Ciao a tutti, sono Cristina, ho 31 anni e ieri sera al Cafè Bandini sono salita sul palco per la prima volta a leggere e consigliare un libro.

Lo so già, vi starete chiedendo: tutto qui? Ti ci voleva un post per dirlo?
La risposta è sì.
Sì perché nonostante il mio faccione ormai sia presente ovunque peggio del prezzemolo, sono e resto una ragazza estremamente timida; basti pensare che quando registro i miei “inviti in libreria dal cellulare” se mia madre è in negozio le chiedo di uscire perché mi vergogno a farlo davanti a lei.

Ma andiamo per ordine, cosa ci fa una libraia sul palco e non in libreria?
Presto detto: 5 anni fa (sì devo fare un piccolissimo passo indietro) mentre stavo ristrutturando il negozio che sarebbe diventato la mia libreria, la mia scatola lilla, le prime persone che si sono affacciate e mi hanno chiesto curiose cosa stessi facendo sono state Laura ed Enzo.
Ed Enzo è il Vincenzo Costantino di Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (libro nato lo stesso mese e anno di apertura della libreria, ndr), di Nati per lasciar perdere appena uscito per la Marcos y Marcos, ed è un poeta milanese molto apprezzato e conosciuto, anche se per me non lo è mai abbastanza!
Sono di parte perché si tratta di un amico? No, ascoltatelo qui e poi mi dite se non abbia ragione.

L’amicizia tra una libraia e un poeta che le abita sopra la libreria non poteva che nascere così, spontanea, forte, quasi fisiologica. In questi 5 anni ci siamo conosciuti meglio, abbiamo brindato ai nuovi progetti, ci siamo confortati nei momenti meno belli e abbiamo fatto diverse cose insieme: con lui ho inaugurato l’ormai tradizionale Caffè con Poeta. Acquisti i libri di Vincenzo e se hai 5 minuti per restare in libreria, ci si beve un caffè tutti insieme. Da questi incontri sono nate amicizie, collaborazioni, sembra scontato ma non lo è.
Ecco questo è uno dei tanti motivi che mi fa credere nella potenza delle librerie come luoghi fisici.

Vincenzo ormai considera la mia libreria il suo rifugio e a mia volta rifugio sono le sue parole, così, alla terza stagione del Cafè Bandini (che ha creato in collaborazione con gli amici dell’Arci Ohibò) mi ha detto che era arrivato il momento di mettere in naso fuori dalla scatola lilla, di ritagliare 5 minuti nei quali io e lui avremmo parlato di libri sul palco, raccontando di un autore contemporaneo e di un autore classico o dimenticato.

La mia risposta? No grazie, non ce la posso fare.
Ma come no! Dai, vedrai che sarà bellissimo.

No no non ce la faccio, ansia, no no non ce la faccio, ansia no no non ce la faccio è stato il mio mantra per tutta la settimana precedente alla serata.

Ma alla fine mi sono fatta convincere, forse perché in cuor mio volevo superare questo limite fortissimo della timidezza, che mi fa sempre scegliere di sedermi in un angolo spalle al muro alle cene, di essere il più defilata possibile agli eventi…
Così ieri, 7 ottobre 2015, la libraia ha superato la sua “ansia da prestazione”.
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Mi è piaciuto vedere il dietro le quinte di uno spettacolo, cenare insieme agli altri ospiti della serata, artisti, musicisti, attori, comici e poi io.
Alla domanda di uno di loro: E tu invece? Tu cosa fai? Canti? suoni?
Ehm, no a dire il vero sono una libraia e sono qui per consigliare un libro.
Figata!
Ebbene sì, hanno pensato che andare sul palco e raccontare libri fosse una figata e credo che questa reazione positiva anche tra gli addetti ai lavori mi abbia dato un po’ di coraggio, nonostante continuassi a ripetere: no no no ansia non ce la faccio, no no no ansia non ce la faccio.
Sono salita sullo stesso palco dove qualche minuto prima si erano esibiti: Vincenzo, Mell Morcone al piano, Raffaele Kohler alla tromba, Germano Lanzoni con un pezzo che ci ha fatto piegare dal ridere, Micol Martinez e la sua voce, Giorgio Ganzerli con il suo Psycho Crime e un artista che non avevo mai avuto il piacere di ascoltare dal vivo: Massaroni Pianoforti.
Poi, ecco il mio turno, il divanetto pronto per la chiacchierata con Vincenzo, lui che mi presenta con le parole più belle che potesse usare, dandomi della pazza coraggiosa perché di questi tempi per portare avanti una libreria di quartiere devi essere un po’ così, coraggiosa e pazza.
Sono salita sul palco temendo che dal microfono potesse sentirsi il cuore che stava per uscirmi dal petto, ma così non è stato, ho iniziato a raccontare i libri come faccio di solito con i lettori della libreria e poi ho lasciato che a parlare fossero le parole dell’autrice che ho scelto per la serata e della quale vi ho parlato questa estate.
Merritt Tierce con Carne Viva di Sur Edizioni.

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Ho scelto un brano decisamente spinto da leggere, ma a quanto pare ho catturato l’attenzione, tanto da convincere le persone ad acquistare il libro dopo la lettura! Ho ascoltato Vincenzo parlare di Carver e poi come è stato per l’esame di maturità, una volta passato,  mi sono sentita svuotata, sollevata felice e senza più la pancia contratta.
Quindi che dire, a quanto pare nei prossimi appuntamenti del Cafè Bandini, ci sarà sempre un angolo lilla con il consiglio di lettura, credo che le mie mani continueranno ad essere gelate e il cuore a galoppare come non mai, ma forse è anche questo il bello no?
Mi emoziono e ho la fortuna di farlo circondata da amici. Quindi un grazie enorme a Vincenzo e Laura, e un grazie gigante ad Antonio, presenza costante, defilata, fondamentale, che senza di lui gran parte dei sogni che sto realizzando sarebbero rimasti in un cassetto.
Posso pertanto dire, cari amici della scatola lilla, ci si vede presto, ci si vede in giro, ma in questo caso ci si rivede al Cafè Bandini il 21 ottobre. Vado a pensare ad un libro da consigliare!
Ciao sono Cristina ho 31 e da oggi ho un po’ meno ansia da prestazione.